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SOSTENIBILITÀ E COLLABORAZIONE CAMMINANO INSIEME

Aggiornamento: 31 gen











In occasione dell’apertura ufficiale di Expo 2020 Dubai e del Padiglione dell’Unione Africana, il presidente della Commissione dell’Unione Africana, Moussa Faki Mahamat, si è congratulato con il governo degli Emirati Arabi Uniti per l’inaugurazione della prima esposizione mondiale ospitata nella regione Mena (Middle East and North Africa): «Vogliamo non solo condividere la nostra ricchezza dinamica, ma anche dare al mondo l’opportunità di impegnarsi con l’Africa come partner di investimento», ha osservato Mahamat, mettendo in evidenza un aspetto fondamentale, e cioè la consapevolezza che lo sviluppo dell’Africa può portare conseguenze positive per tutte le parti coinvolte, purché ognuna di esse assicuri, da pari a pari, il proprio contributo. Oltre a ciò, un altro elemento messo in luce dall’Expo di Dubai è il tema della sostenibilità in tutte le sue forme, inclusa quella relativa al fenomeno dell’urbanizzazione. Che di nuovo ci riporta all’Africa.


Un’urbanizzazione svolta in maniera sostenibile è un fattore prominente nella pianificazione e nella realizzazione di nuove aree urbane. Ma cosa si intende per urbanizzazione sostenibile e quanto costa ai budget dei Paesi africani?


«Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili» è l’oggetto dell’undicesimo obiettivo di sviluppo sostenibile, nel quale quindi il concetto di sostenibilità all’interno del processo di urbanizzazione viene sottolineato in tutta la sua importanza. Nel contesto post-pandemico in cui stiamo vivendo, però, il raggiungimento di questo obiettivo appare ancora lontano; durante la pandemia, inoltre, l’Africa ha visto un incremento della migrazione verso le città, sperando in un rifugio sicuro e nella vicinanza di ospedali, amplificando problematiche già esistenti.


Un Habitat con la sua iniziativa Africa Urban Agenda (Aua) mira ad aumentare il profilo dell’urbanizzazione sostenibile come fattore abilitante per raggiungere la trasformazione strutturale del continente e i traguardi fissati nell’Agenda 2063.


L’iniziativa si basa su due approcci: il primo, il cosiddetto Presidential Initiative, è un approccio top down, perché incentrato sull’azione dei capi di Stato, che devono dare al processo di urbanizzazione sostenibile un posto di primo piano all’interno delle strategie di sviluppo Paese; il secondo, denominato Strengthening Partnerships Project, è invece un approccio bottom up, perché mira a garantire il coinvolgimento di attori non statali nella crescita di un ambiente urbano sostenibile, è un approccio inclusivo di tutti gli stakeholder. UN Habitat si sofferma quindi su una necessaria collaborazione tra i diretti interessati e soggetti (anche privati) che intendono sostenere questo processo. La Nuova agenda urbana dovrebbe aiutare i governi ad affrontare le sfide dell’urbanizzazione attraverso quadri di politica di sviluppo nazionali e locali. In tale contesto saranno promosse politiche volte a ridurre le disuguaglianze urbane e ad aumentare la produttività urbana e la resilienza, inoltre saranno previste attività per la costruzione di infrastrutture sia fisiche che legislative armonizzate tra di loro; anche il rapporto tra la comunità e il suo capo deve essere strutturato in modo da prevedere questa coesione per il raggiungimento degli obiettivi.


Lo sviluppo urbano è spesso strettamente definito come fornitura delle principali infrastrutture e dei servizi urbani (acqua e servizi igienico-sanitari, energia e mobilità). Nel documento di UN Habitat, invece, è inteso nel senso globale della governance, che comprende una vasta gamma di attori impegnati nel gestire lo sviluppo urbano su più livelli. Questi concetti sono ormai familiari ai leader africani, che li hanno inglobati nelle loro strategie Paese, e soprattutto sono parte integrante dell’agenda Africa 2063. Se la comprensione di tali obiettivi e la creazione di politiche per facilitarne l’implementazione non appaiono difficili, la determinazione dei budget necessari per costruire infrastrutture sostenibili si pone però come una delle più grosse barriere. Un Habitat sottolinea l’importanza di generare finanza a livello tanto locale quanto internazionale tramite la creazione di programmi concreti con indicatori tangibili che ne confermino coerenza e impatto. D’altro canto, l’immagine e il profilo creditizio di buona parte del territorio africano non rendono facile l’interessamento di possibili finanziatori, ancor di più oggi in fase di post-pandemia. Lo studio inoltre suggerisce una sana, più stabile e prevedibile gestione di bilancio. Sostenere la trasformazione strutturale dei Paesi attraverso un’urbanizzazione meglio governata è fondamentale. Occorre costruire una solida base anche per le città a basso e medio reddito, che così accrescono la loro credibilità verso potenziali leader internazionali, creando un ciclo positivo di urbanizzazione, produttività e finanza.


Rita Ricciardi



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